Il teatro e la danza soffrono di una sorta di autoreferenzialità, quando parlano di loro stessi, che li relegano ai margini del dibattito culturale. Il racconto della scena, sui giornali, è quasi sempre un racconto di "spettacolo", fatto di anticipazioni e recensioni, quasi mai un approfondimento intellettuale che possa essere letto per capire il nostro presente, come avviene invece per gli articoli che parlano di libri o di cinema. La colpa è in parte del disinteresse dei media per la scena contemporanea ma, in parte, anche dell'abitudine di danza e teatro nell'usare un linguaggio per iniziati. Abbiamo deciso così di invitare due scrittrici - Ginevra Lamberti e Gisella Blanco - digiune di danza, a seguire le due giornate del festival, del 17 e 18 maggio e raccontarle con il loro linguaggio, per poi mettere i risultati a confronto con la lingua della critica specialistica - Walter Porcedda e Carmelo Zapparrata - durante un incontro aperto al pubblico il 19 maggio al Teatro Fellini di Pontinia. L'obiettivo è quello di capire, dal confronto con sguardi curiosi e penne attente, se i linguaggi si possono ibridare per rendere il racconto della danza accessibile anche a chi non ne conosce ancora i linguaggi, senza per questo perdere di intensità. A Graziano Graziani sarà affidato il compito di estrarre un lemmario dalla discussione, isolare le parole più luminose e quelle più oscure tra quelle usate da critici e scrittori, e di rimetterle al centro della discussione, per fare un'analisi condivisa del linguaggio che usiamo.
Il teatro e la danza soffrono di una sorta di autoreferenzialità, quando parlano di loro stessi, che li relegano ai margini del dibattito culturale. Il racconto della scena, sui giornali, è quasi sempre un racconto di "spettacolo", fatto di anticipazioni e recensioni, quasi mai un approfondimento intellettuale che possa essere letto per capire il nostro presente, come avviene invece per gli articoli che parlano di libri o di cinema. La colpa è in parte del disinteresse dei media per la scena contemporanea ma, in parte, anche dell'abitudine di danza e teatro nell'usare un linguaggio per iniziati. Abbiamo deciso così di invitare due scrittrici - Ginevra Lamberti e Gisella Blanco - digiune di danza, a seguire le due giornate del festival, del 17 e 18 maggio e raccontarle con il loro linguaggio, per poi mettere i risultati a confronto con la lingua della critica specialistica - Walter Porcedda e Carmelo Zapparrata - durante un incontro aperto al pubblico il 19 maggio al Teatro Fellini di Pontinia. L'obiettivo è quello di capire, dal confronto con sguardi curiosi e penne attente, se i linguaggi si possono ibridare per rendere il racconto della danza accessibile anche a chi non ne conosce ancora i linguaggi, senza per questo perdere di intensità. A Graziano Graziani sarà affidato il compito di estrarre un lemmario dalla discussione, isolare le parole più luminose e quelle più oscure tra quelle usate da critici e scrittori, e di rimetterle al centro della discussione, per fare un'analisi condivisa del linguaggio che usiamo.