incontro curato da Danila Blasi
intervengono Roberto Castello, Valentina Valentini, Valeria Vannucci
Nel migliore dei mondi possibili - Intorno all’opera di Roberto Castello è la prima opera monografica che indaga il percorso artistico del coreografo in relazione alle sperimentazioni tra danza, arti visive e nuove tecnologie delle produzioni di ALDES, edito da Ephemeria nell’ambito della collana I Libri dell’Icosaedro diretta da Eugenia Casini Ropa e Antonello Andreani. Presentato da Danila Blasi, codirettrice del festival e coautrice, il volume curato da Valentina Valentini, Valeria Vannucci e Chiara Pirri Valentini si avvale della collaborazione di Roberto Castello, Graziano Graziani e Alessandra Moretti, nonché di diverse autrici e diversi autori che, attraversando quattro decenni di carriera, hanno affondato lo sguardo nella variegata vicenda del teatro di danza italiano, analizzando i diversi aspetti che compongono il percorso artistico di Roberto Castello/ALDES.
Un tratto che emerge da tutti i saggi raccolti nel volume, in particolare nel contributo di Graziano Graziani, è la dimensione «pubblica, e dunque politica, del gesto e del discorso artistico» di Castello, individuato nella carica di ironia che conforma
la pratica coreografica, la fisiognomica, l’espressività vocale, i travestimenti dei corpi dei danzatori, così come nel suo erodere i valori dominanti e nel mettere lo spettatore di volta in volta di fronte a situazioni inaspettate che richiedono «un prendere posizione», fino addirittura a privarlo della fruizione dello spettacolo: «non c’è niente da vedere».
Un contributo che va anch’esso in direzione di sfondare la patina di luoghi comuni che ingrigiscono il lavoro di Castello è l’analisi sull’improvvisazione come pratica creativa ed esercizio di libertà, che il filosofo Alessandro Bertinetto elabora riscontrandola nei suoi spettacoli.
La sua radicata attitudine a non adattarsi alle convenzioni, a sostenere il superamento della separazione tra danza e teatro, porta Castello a proporre un sistema che preveda un concetto di arte performativa che «... scardina l’idea della compagnia come entità monolitica che sostiene la prospettiva artistica di un singolo coreografo, ma si struttura come una piattaforma che può sostenere un nutrito numero di artisti, in gran parte di generazioni più giovani...», come mette in evidenza Danila Blasi.
(ph. Alessandra Moretti)
incontro curato da Danila Blasi
intervengono Roberto Castello, Valentina Valentini, Valeria Vannucci
Nel migliore dei mondi possibili - Intorno all’opera di Roberto Castello è la prima opera monografica che indaga il percorso artistico del coreografo in relazione alle sperimentazioni tra danza, arti visive e nuove tecnologie delle produzioni di ALDES, edito da Ephemeria nell’ambito della collana I Libri dell’Icosaedro diretta da Eugenia Casini Ropa e Antonello Andreani. Presentato da Danila Blasi, codirettrice del festival e coautrice, il volume curato da Valentina Valentini, Valeria Vannucci e Chiara Pirri Valentini si avvale della collaborazione di Roberto Castello, Graziano Graziani e Alessandra Moretti, nonché di diverse autrici e diversi autori che, attraversando quattro decenni di carriera, hanno affondato lo sguardo nella variegata vicenda del teatro di danza italiano, analizzando i diversi aspetti che compongono il percorso artistico di Roberto Castello/ALDES.
Un tratto che emerge da tutti i saggi raccolti nel volume, in particolare nel contributo di Graziano Graziani, è la dimensione «pubblica, e dunque politica, del gesto e del discorso artistico» di Castello, individuato nella carica di ironia che conforma
la pratica coreografica, la fisiognomica, l’espressività vocale, i travestimenti dei corpi dei danzatori, così come nel suo erodere i valori dominanti e nel mettere lo spettatore di volta in volta di fronte a situazioni inaspettate che richiedono «un prendere posizione», fino addirittura a privarlo della fruizione dello spettacolo: «non c’è niente da vedere».
Un contributo che va anch’esso in direzione di sfondare la patina di luoghi comuni che ingrigiscono il lavoro di Castello è l’analisi sull’improvvisazione come pratica creativa ed esercizio di libertà, che il filosofo Alessandro Bertinetto elabora riscontrandola nei suoi spettacoli.
La sua radicata attitudine a non adattarsi alle convenzioni, a sostenere il superamento della separazione tra danza e teatro, porta Castello a proporre un sistema che preveda un concetto di arte performativa che «... scardina l’idea della compagnia come entità monolitica che sostiene la prospettiva artistica di un singolo coreografo, ma si struttura come una piattaforma che può sostenere un nutrito numero di artisti, in gran parte di generazioni più giovani...», come mette in evidenza Danila Blasi.
(ph. Alessandra Moretti)